SIDURI. DONNE IN VINO
Nell'antichità SIDURI era la divinità femminile che trasformava l'uva in vino.
Il progetto è nato dalla voglia di due persone, mia e di mia madre, che hanno deciso di mettere in comunicazione le proprie passioni, il vino e la fotografia, due mondi che appaiono molto lontani, ma che invece se messi a confronto parlano la stessa lingua. Con il vino si fa cultura, si fa storia; si raccontano le storie di territori, di persone, di vite passate a tramandare le proprie esperienze. Anche con la fotografia si fa cultura: attraverso le immagini noi creiamo storie, tramandiamo tradizioni, fissiamo nello spettatore dei ricordi che si fissano nelle nostre menti e che ci aiutano a ricordare. Si tratta in entrambi i casi di “raccontare”. Le donne che si è deciso di fotografare lo fanno in cantina, in vigna, studiando l’uva o attraverso la sua comunicazione, noi fotografe lo facciamo attraverso la scrittura fotografica, che altro non è che scrivere con la luce. La tematica principale del progetto fotografico è stata affrontanta dal punto di vista della comunicazione del vino al femminile, tema dalle mille sfacettature.
Dodici fotografe che si sono messe in gioco, alcune delle quali non per forza immerse nel fantastico mondo del vino, che hanno cercato storie, storie di donne da raccontare, da far conoscere, da interpretare e che alla fine hanno fatto loro.
Scoprire il mondo della viticoltura, dall'agricultura, passando per l'imprenditoria, la degustazione, l'enogiornalismo etc, dal punto di vista femminile è un modo per scoprire tutte quelle donne che lavorano e vivono sul nostro territorio, un modo per far conoscere nuove storie importanti e un mondo in via di sviluppo.
Buon viaggio
Nell'antichità SIDURI era la divinità femminile che trasformava l'uva in vino.
Il progetto è nato dalla voglia di due persone, mia e di mia madre, che hanno deciso di mettere in comunicazione le proprie passioni, il vino e la fotografia, due mondi che appaiono molto lontani, ma che invece se messi a confronto parlano la stessa lingua. Con il vino si fa cultura, si fa storia; si raccontano le storie di territori, di persone, di vite passate a tramandare le proprie esperienze. Anche con la fotografia si fa cultura: attraverso le immagini noi creiamo storie, tramandiamo tradizioni, fissiamo nello spettatore dei ricordi che si fissano nelle nostre menti e che ci aiutano a ricordare. Si tratta in entrambi i casi di “raccontare”. Le donne che si è deciso di fotografare lo fanno in cantina, in vigna, studiando l’uva o attraverso la sua comunicazione, noi fotografe lo facciamo attraverso la scrittura fotografica, che altro non è che scrivere con la luce. La tematica principale del progetto fotografico è stata affrontanta dal punto di vista della comunicazione del vino al femminile, tema dalle mille sfacettature.
Dodici fotografe che si sono messe in gioco, alcune delle quali non per forza immerse nel fantastico mondo del vino, che hanno cercato storie, storie di donne da raccontare, da far conoscere, da interpretare e che alla fine hanno fatto loro.
Scoprire il mondo della viticoltura, dall'agricultura, passando per l'imprenditoria, la degustazione, l'enogiornalismo etc, dal punto di vista femminile è un modo per scoprire tutte quelle donne che lavorano e vivono sul nostro territorio, un modo per far conoscere nuove storie importanti e un mondo in via di sviluppo.
Buon viaggio
ILARIA. DONNA EROICA
Valle d’Aosta. Vigne in affitto e vecchie, molte vecchie; filari molto stretti che alle volte si inerpicano tra i muretti a secco a dimensione di uomo, anzi a dimensione di donna. Ilaria lavora la terra da sola, con il sorriso sempre presente sul suo volto, i segni del tempo e della vita, anche se giovane, che lasciano le proprie ciccatrici evidenti. Uno spirito sempre positivo, un amore per per la “sua terra” che non si trova facilmente in giro. Uno spirito libero Ilaria, che è riuscita a trovare le radici nei suoi filari.“Il mio è un lavoro duro, che lascia i segni sul corpo, ma, quando mi sveglio al mattino, so che, poco dopo, sarò in mezzo alla natura,
Valle d’Aosta. Vigne in affitto e vecchie, molte vecchie; filari molto stretti che alle volte si inerpicano tra i muretti a secco a dimensione di uomo, anzi a dimensione di donna. Ilaria lavora la terra da sola, con il sorriso sempre presente sul suo volto, i segni del tempo e della vita, anche se giovane, che lasciano le proprie ciccatrici evidenti. Uno spirito sempre positivo, un amore per per la “sua terra” che non si trova facilmente in giro. Uno spirito libero Ilaria, che è riuscita a trovare le radici nei suoi filari.“Il mio è un lavoro duro, che lascia i segni sul corpo, ma, quando mi sveglio al mattino, so che, poco dopo, sarò in mezzo alla natura,